2011/04/27

L'Uomo e il Tempo


La lotta contro il Tempo

    Nella vita degli uomini, il Tempo è il più temuto interlocutore, quello con cui si è costretti a fare i conti quotidianamente. Quante volte ci troviamo a dire: “Oggi ho perso un mucchio di tempo..! Ma, dove va il tempo..? Vorrei avere il tempo per leggere un libro, per portare i miei figli a passeggio..”
    Non avendo tempo, rubiamo tempo al sonno, sottraiamo tempo alle cose importanti, cerchiamo di recuperare il tempo che perdiamo ai semafori o in banca, e facciamo gli scongiuri per non incontrare per strada un automobilista che ci fa perdere tempo, perché il tempo è vita, e la nostra vita trans-corre veloce.
    Per questa inesorcizzabile mancanza di tempo, abbiamo perduto la speranza di godere l’incanto di un’alba, la bellezza di un tramonto, il piacere di stare in famiglia o con gli amici, e  quello di stare con noi stessi.
    All’interno del tempo che divide il giorno dalla notte, e i secoli in anni, mesi ed ore, del tempo che condiziona la nostra esistenza, l’espediente che mettiamo in atto è quello di correre. Di corsa ci alziamo al mattino, di corsa ci prepariamo, di corsa prendiamo un caffè. E sempre di corsa ci ritroviamo in macchina per raggiungere l’ufficio, il negozio, il posto di lavoro. Siamo padroni del globo terrestre, ma schiavi di tempo. Sentiamo che gli anni passano veloci, e spesso si bruciano come fiammiferi che tiriamo fuori da uno scatolo, fino a quando ci accorgiamo, ahimè,  che sono finiti.
     Come il cane che cerca di mordersi la coda, noi inseguiamo il tempo, senza renderci conto che il tempo non si fa acchiappare, senza capire che il tempo non si può dilatare correndo, né si può annullare fuggendo.
   Oggi, le considerazioni sul tempo sono pratiche e funzionali, ma, nei tempi antichi, il tempo “finito” era contrapposto a una eternità infinita, e massime e proverbi sul tempo erano all’insegna della filosofia e della poesia. Scriveva un antico poeta egizio: “Scorre la sabbia nella clessidra della vita. La meridiana, serva del tempo, ubbidisce al corso della luce solare; le ore avanzano inarrestabili, e con esse i giorni, i mesi, gli anni, e vola l’alata età, nel tempo che si dissolve incorporeo”. E mentre tutto sottostà alle leggi del tempo, gli uomini si sottopongono a lifting facciale, le donne cercano di arginare i segni del tempo proteggendo il viso con creme e mascara. Ma, è così che nasce l’inganno.
    In tanta amarezza, il poeta latino esortava a cogliere l’attimo fuggente, a vivere il giorno nella bellezza irripetibile di un momento gioioso.
   Nel medioevo, sulle meridiane solari era consuetudine apporre una epigrafe. Una di queste recitava: “Mentre parlo, l’ora fugge (Dum loquor, hora fugit).” E altre ancora: “Tutte le ore feriscono, l’ultima uccide (vulnerant omnes, ultima necat)”. Oppure: “Io sono ombra, e ombra sei anche tu, io tengo conto del tempo, e tu?”
   
                                                   Gino Carbonaro