2012/02/17

"La Scienza Sacra" di Alex Pluchino

        Un pellegrino alla ricerca di Dio




Ho letto il saggio "La scienza sacra". Lo scritto è commovente. Mi conferma quello che avevo già intuito nelle tue conferenze. Sei un Fisico, ma la ricerca della Natura (anche della natura umana) ti serve per scoprire Dio. Ripensiamo insieme al grande Galileo. 


C'è in te una profonda componente mistica. Il saggio è una pagina di diario intimo. Il destinatario dello scritto forse non sono io, né il lettore. L'interlocutore è Dio. Ed è con Lui che vorresti parlare. E' lui che cerchi. E (quasi) tutte le strade ti sembrano buone. Tutte. Tranne la logica lineare che sei costretto ad usare nel tuo lavoro di fisico. C'è Dio, dunque, nella tua ricerca che sa di pellegrinaggio, e c'è quel Giovane Trentaquattrenne (capisci a chi mi riferisco) motivato quanto te alla giustizia che non vedeva realizzata in questo mondo. 


E consulti il pensiero mistico, scientifico e a-scientifico del mondo intero antico e contemporaneo e dai ascolto a tutti (pensatori e ricercatori) considerandoli tutti come parte (-cipi) di una religione cosmica, parte di un pensiero universale. 


E ti rammarichi anche del fatto che esistano così tante  religioni, diverse, per sottolineare che Dio è uno. 


Così, quando scrivi nel tuo studio, vesti, senza accorgertene, il saio del mistico di una religione cosmica, per cercare quello che hai in te, e che tu vorresti razionalizzare utilizzando  il tuo "pensiero laterale", seguendo percorsi inusitati, strade di ricerca mai seguite.       


La tua ricerca è stata anche la mia, ma per me il percorso è stato diverso. Io ho scoperto la dimensione dell'Universo e la presenza di Dio in un papavero, fotografato e proiettato in uno schermo. Lì, il "Satori". L'illuminazione. Poi l'Indefinibile Zen. 


Da allora, non ho avuto bisogno di niente e di nessuno . Non chiedo niente a Dio. Neppure la immortalità. Il continuare a vivere dopo la morte. La mia esperienza di vita mi ha riempito. E prego, quando si spegnerà la luce di questo mio ultimo filetto di luna, di poter ringraziare anche in chiusura Colui che non ho potuto conoscere come avrei desiderato. 


Se poi dovessimo continuare a vivere dopo la morte, allora ci incontreremo, chissà, e forse potremo discutere ancora. E questo ritengo possibile. Perché chi ha creato questo Universo, può tutto e il contrario di tutto.                                 A risentirci, Alex.  E, auguri per la tua ricerca, che non è finita!
                        
                                                    Gino Carbonaro