2013/10/03

POESIE GRECHE scelte da Gino Carbonaro

Poesie Greche


                                          



     I Greci, questi personaggi immensi, vedono il bello ovunque: nel frinire di una cicala, nell’Aurora che tinge di rosso le guance dell’Alba, nelle gemme che a primavera adornano il pesco e i melograni; nel frutto maturo che rosseggia sulla cima alta del ramo, nel tramonto della Luna (Selène che si veste di ombra). E cantano ancora le dolcezze dell’amore, le gio-ie della gio-vinezza, che è vita, le pene della vecchiaia, preludio di morte, le perfidie di Ade, il dolore della Morte, la caducità delle cose.

Nelle poesie d’amore il riferimento è fatto sempre a Éros e a Venere, dea della bellezza, che non è mai chiamata per nome, ma con l’appellativo di Cípride (colei che è nata a Cipro); o anche  Anadiomene (colei che è nata dalla spuma del mare); oppure, Cipride di Knido; o anche Callipigia, e l’appellativo è rivolto alle belle natiche, o basso corporeo, che dir si voglia.

L’amore (si intende quello sessuale) per i Greci doveva essere dono creato e offerto all’uomo da una divinità, né poteva essere diversamente. L'innamoramento e il tormento che da esso discende era causato da Eros, figlio di Venere la Cipride, che si divertita a colpire con le sue frecce appuntite i mortali. Ma era solo per farli soffrire.


 Saffo


Solitudine  1

E’ tramontata la Luna
e le Pleiadi. E’ mezzanotte.
Il tempo passa e io dormo
qui sola.
                          Saffo, fr. 94

Solitudine  1 bis

Si è spenta la Luna nel cielo
sono tramontate le Pleiadi/
Ora è il cuore della notte/
la vita trans-corre,
e io? io dormo qui sola.

                         Saffo,  fr. 94

Amore

Mia dolce madre, non posso
continuare a tessere:
d’amor mi avvinse a un giovane
con le sue grazie.

Saffo, fr. 114

La mela  1

Come la mela più dolce sulla cima
del ramo rosseggia, alta
sul ramo più alto: ai coglitori
è sfuggita. Oh, no! non  è sfuggita,
non hanno potuto raggiungerla.

Saffo, fr.116

Solitudine  2

Ermes, io lungamente
ti ho invocato.
In me è solitudine.
Tu aiutami, déspota, ché morte da sé
non viene. Nulla m’allieta
tanto che consoli.
Io voglio morire,
voglio vedere la riva d’Acheronte
fiorita di loto,
fresca di rugiada.
                  
                         Saffo


Immortale Afrodite

Immortale Afrodite dal trono variopinto,
figlia di Zeus, tessitrice di inganni,
ti supplico: tu che puoi, non tormentare
il mio cuore con affanni e dolori,
ma vieni qui, come quando di lontano
udisti la mia voce e subito venisti
dalla casa di tuo padre, sul tuo carro dorato.

Graziosi passeri veloci ti portavano dal cielo
giù sulla terra nera battendo veloci le ali
attraverso l’aria, e presto arrivarono.
E tu, beata, sorridesti nel tuo viso immortale
e mi chiedesti che cosa avevo ancora
e perché ti chiamavo, e che cosa voleva
questo mio pazzo cuore: ”Chi devo ancora
spingere al tuo amore? Chi ti fa torto,
Saffo? Se fugge, presto ti inseguirà;
se non accetta doni, presto te ne farà;
e ti amerà, sii certa, anche se non vuole”.
 
E dunque, vieni da me anche ora;
liberami da questa angoscia,
realizza ciò che il mio cuore desidera,
vieni, stammi vicina, combatti qui
accanto a me.

                                   Saffo


Consigli di un vecchio

Tu sei molto cara,
ma il tuo sposo prendilo giovane.
Non potrò mai osare di vivere con te,
io che sono vecchio.

Saffo


Stesicoro, Alceo, Xenofane, Platone, Anite, Nòsside, Ibico, Asclepiade, Simonide di Ceo, Solone, Meleagro, Callimaco, Diodoro Zona, Crinagora, Jone di Ceo,

Bugie

Non è vero questo racconto.
Tu non andasti sulle belle navi.
Tu non giungesti alla rocca di Troia…

                        Stesicoro (frag.)

Inverno

Piove, là fuori diluvia.
Le acque non arrestano il perenne fluire, … 
……………………………………
Tu, Arìstide, tieni lontano l’inverno,
accumula legna nel focolare;
e in abbondanza, senza risparmio, 
versa vino miscelato con miele,
………………………………..
cíngi le tempie di morbida lana.

     Alceo, fr. 90  

  
Il calore del fuoco

E’ bello, d’inverno, chiacchierare
davanti al camino, poggiati sopra un divano
morbido, sazi di cibo e dire: “Tu di dove sei?
come ti chiami? e, dimmi un po’, … quanti anni hai ? 
e quanti anni avevi quando venne il Persiano?

                           Xénofane


Lo specchio

Io, che superba mi presi gioco
dell’Ellade intera, io, Làide,
che ebbi nell’atrio sciami di spasimanti,
ora, questo specchio, laido, dedico a Venere,
poi che vedermi come sono non voglio,
né posso vedermi qual ero.

                       Platone, Antologia Palatina, VI-1

Un luogo sacro a Venere

Sacro è questo luogo a Venere,
perché sempre le piacque
da questa terra rivolgere
lo sguardo su un mare sereno,
per dare ai nocchieri
un approdo sicuro.
……………………..
L’onda qui ristagna trepida,
Venere bella mirando.

                    Anite IX 144


Per prima cosa l’amore

Niente è più dolce dell’Amore;
ogni altra dolcezza vien dopo;
per amore anche il miele sputai
dalla bocca. Questo vi dice Nòsside:
“Chi ignora i baci di Éros
non sa quali petali di rose
siano i fiori di Cìpride.

       Nòsside, V 170

Éros e Primavera

A primavera si schiudono
lungo i canali le gemme
ai melograni e ai cotogni
nel campo sacro alle vergini Drìadi.
…………………………..
Túrgidi  tralci, fra l’ombra di pampini verdi,
gonfiano di linfa le nuove infiorescenze,
ma in me, neppure  per poco si acqueta Éros,
che giù dal grembo di Venere
simile a vento di Tracia,
arso dai fulmini,
fiero, avventandosi,
cupo, spietato, da sempre
nella mia mente, con il suo fuoco
ha preso dimora….

                  Ibico, fr. 6
 
Éros

Dolcemente, di sotto alle palpebre, Éros
mi guarda lascivo, e con mille malìe
mi caccia ancora nelle fitte
inestricabili reti di Cìpride…
Lo vedo già pronto a colpire,
e in cuore io già tremo….

                   Ibico, fr. 7


Nelle tue reti mi hai preso

Nelle sue reti mi ha preso Dídima,
ed io mi consumo, come cera al fuoco,
la sua bellezza osservando (-mirando).
………..
Ma cosa importa s’è scura?
Anche  l’opaco carbone s’infiamma
come bocciolo di rosa,
se tu l’accendi…

                    Asclepìade, V  120  

Un messaggio inutile

Dille queste cose, Dòrca,
digliele due ...tre volte,
tutte, Dòrca,… digliele tutte,
vai, corri, vola, ..
..non indugiare…
… aspetta  … solo un momento … Dòrca,
… ascolta …
ma dove corri se non sai tutto, Dòrca?

Ecco, dille quel che ti ho detto…
e aggiungi, anche… o meglio…
...che cosa dico ancora?...
senti, non dirle nulla … solo...
… va bene, dille tutto, via!
Tutto, le devi dire tutto..

Ma perché ti mando, Dòrca?
Stiamo arrivando insieme.

                     Meleagro, V 182


Domani
     
Non dire come sarà domani,
né, se vedi un uomo felice quanto durerà.
Di una mosca che ha lunghe le ali
Non è così veloce il volo.

                Simònide di Cèo

Felicità

Uomo felice non c’è.
Sciagurati son tutti i  mortali
Che contempla il sole.
               
                   Solone, p.53

  
La vita è mistero

Chi può dire di conoscere il Dio
che ha nome Domani?
Noi che t’avemmo ieri
Dinanzi ai nostri occhi,
ora ti scaviamo la fossa.
Pena più grande di questa
il padre .. Diofante … non vide.

                Callimaco, Antologia Palatina,  VII-519


Preghiera a Caronte

Tu, Caronte, che per la palude d’Averno
sull’acqua densa di canne
conduci  ad Ade
la barca dei morti,
abbi pietà del mio pianto,
e al figliolo di Cinira
che ora la scala discende
tendi pietoso la mano:
vedi… va ciampicando nei sandali
il bimbo, e nudi non osa
i suoi piedini poggiare
sulla ghiaia del fiume.

                Diodoro Zona, Antologia Palatina, VII-365


La virtù

La virtù è dea.
Dimora sulla sommità delle montagne
in luoghi inaccessibili 
fra dirupi scoscesi. Lassù,
in alto ha il suo Tempio.
Non la vedono gli occhi dei mortali,
la sconosce…

fragmentum

                    Simonide di Ceo
 

Selène  *

Spense la Luna, sorgendo
sul far della sera, il suo lume
e la sua pena avvolse
d’ombra funerea, vedendo
scendere nel buio dell’Ade,
senza più vita Selène,
la giovinetta leggiadra
che del suo nome si ornava:
splendida e bella
come Selène fiorente di vita.
…..
Ora che Selène è morta,
d’ombra s’è rivestita.

                   Crinagora, VII 633

 Alba 

Aspettiamo la stella mattutina dell’alba                                                                                      Che viaggia nelle tenebre,                                                                                                      primo annuncio del sole.

                    Jone di Ceo

Panta rei 

Tutto cambia. Così l’inverno
che cammina nella neve lascia il passo
all’estate ricca di frutti.
Il soffio impetuoso dei venti
Si placa e lascia tranquillo il mare
mugghiante; e così il sonno
che tutto doma, prima lega, poi scioglie
e prende, ma non tiene per sempre.

                              Sofocle, Aiace, vv. 646 e sg.

Taci, non rendere più grave
la sciagura, applicando al tuo male
un rimedio che è male…

                              Sofocle , aiace, vv. 363


Tempo infinito

Il lungo tempo infinito
porta alla luce tutte le cose
che sono nell’ombra
e nasconde quelle visibili.
Niente è inaspettato
cede la forza dei giuramenti
cedono gli animi inflessibili.
Io che finora ero duro
Come ferro temprato, sento
Addolcirsi le mie parole
davanti a questa donna.
Ora so che il nemico bisogna odiarlo,
sì, ma ben pensando
che un giorno tornerà amico
e l’amico vorrò aiutarlo
ma aspettandomi che
non sarà sempre amico.

                              Sofocle, Aiace, vv.  
                              secondo episodio


Solo per un giorno
  

Lo so, la tua indole non ti porta a mentire
Né a tramare inganni: fa piacere però
Conquistare la vittoria. Devi osare.
Per dimostrare che siamo uomini giusti
Ci saranno altre occasioni. Ma adesso,
solo per un giorno, dà retta a me,
metti da parte il pudore.
Hai tutto il resto della vita
Per farti conoscere come uomo più onesto

                             Sofocle, Filottete 

Pudore

Né dell’adolescente,
né delle fanciulle ornate d’oro
o della donne dal seno colmo,
è bello il volto
se non appare casto:
il pudore crea il fiore della bellezza.

                             Licofrònide 

Epitaffio

a un giovane morto per la patria

Anche tu, Kleanorìde, sei morto
Per amore della patria. Tu che sempre
affrontavi le tempeste ai venti invernali,
nell’età che ancora è senza dolcezze
di donna, morivi. Chiusero le onde
del mare la tua adolescenza.

      Anacreonte (Traduz. Quasimodo)


Ricordo di una Etèra

Già matura all’amore e alle soavi
fatiche di Cipride, tu Patròfila,
i dolci occhi chiudesti.

Ora non son più gli allegri momenti,
la musica, il canto sulla cetra
e l’audace brindare delle coppe.

Ma perché, tu, Ade spietato, hai rapito
la mia dolce amica?
Cìpride non ha acceso forse
anche il tuo cuore?

Anonimo, VII, 221


Elogio della  castità  (Epigrafe funeraria)

Sciolsi il mio cinto all’amore di un solo uomo.
Fiera di me, ora qui io giaccio sepolta.

                Anonimo, VII, 324



Il figlio della vedova (Epigrafe funeraria)

Le mie gemme non videro schiudersi l’infelice stelo
della mia pianta degna di lacrime. Mi chiedo perché,
un crudele destino mi ha mostrato alla luce
per un così breve termine di anni.

                 Anonimo, VII, 334 


L’uomo che si seppellì vivo

Piagato dagli anni e dall’indigenza,
dal momento che nessun uomo porgeva soccorso
alla mia miseria, sereno, con le mie membra tremanti,
discesi sotto terra e posi fine alla mia vita infelice.
In me si è invertita la legge fatale: non prima estinto
e poi sepolto, ma seppellito prima e dopo morto.

                Anonimo,  VII, 330

Aprés moi

Sono morto. Ora vada il mondo in rovina.
Io me ne fotto. Non mi pianga nessuno.
Qui sono al sicuro.

                Anonimo, VII, 704


La matrigna

Infioravo la stele alla mia matrigna                                                       avesse cambiato il carattere.                                                          Ma la pietra scivolosa mi cadde addosso                                      uccidendomi. Ti prego viandante,                                                        fuggi la tomba di una matrigna.

                Anonimo, IX, 67


La favola breve

Dissi una verità: “Giovinezza com’è bella,
giovinezza com’è dolce; più lieve di un volo di uccello
che in aria più rapido vola.” Ora tutti i miei fiori
ritrovi dispersi - sparsi per terra.
                        
                Timocle XII, 32



Epitaffio per una cicala

Ora non effondi più la tua voce frinendo
posata su stelo di verde fronda,
melodiosa cicala:
ti uccise, mentre cantavi,
la palma spalancata
di un insolente monello.

                Panfilo,  VII, 201


Il cane maltese

Tauro già lo chiamavano,
l’agile cane di Malta,
il fedelissimo guardiano di Eumelo.
Ora, giace sotto questa pietra,
la sua voce si perde per le mute
vie della Notte.
                                  
                Tymne,  VII, 211

Madre spartana

A Demetrio, il traditore delle leggi,
a lui  Spartano, lei Spartana,                         
diede la morte sua madre.

Stretta nel pugno una spada affilata,
digrignando i denti aguzzi,
come una donna spartana gridò:

“Scompari da questa terra, brutto scòrfolo,
razza indegna: vai via, raggiungi Ade nel Tàrtaro:
io non ho partorito uno
VECCHIAIAche è indegno di essere Spartano.

Tymne, VII, 433


Vecchiaia


Autunno dorato è il nostro

La vita, la felicità, cosa sono
se non si può godere della splendida
luminosa dorata Afrodite?
E’ meglio morire, quando non mi saranno più cari
gli amori furtivi, gli amplessi, il letto,
i dolci doni dell’amore,
fiori fugaci della giovinezza
per gli uomini e per le donne.
Piena di acciacchi avanza la triste  vecchiaia
Mentre ti vengono meno le energie e con esse
l’entusiasmo di vivere: ti vince l’amarezza e
un senso di tristezza per il tempo che fu.
Così, ti sfuggono i fanciulli  (!)
Senti il disprezzo delle donna.
Un dio volle così funesta la vecchiaia.


Filosofia in versi 



Dio

¨      L’Uno-Tutto è colui che vede, intende e ode.

¨      Per virtù di pensiero senza sforzo tutto muove.

¨      Dalla Terra ogni cosa, e nella Terra tutto ritorna
           
¨      Se cavalli, buoi, leoni fossero forniti di mani
    e potessero dipingere o scolpire i loro dei,
    ad essi darebbero l’immagine del corpo di ciascuno:
    di cavalli i cavalli, di buoi i buoi, di leoni i leoni…


Ricordo di Pitagora e Metempsicosi

Vide una volta maltrattare un cane -dicono- mentre passava, e ne ebbe pena, e disse: “Basta con le percosse! Certo lì c’è l’anima di un amico: lo sento… dalla voce”

                                 Senofane


Queta non movere

        Il mare lo sconvolgono i venti,
    se non lo tocca nessuno
    è l’elemento più dolce, più normale.
                            Solone 

Primum vivere

¨       Prima cerca di vivere,
     poi cerca la virtù.
¨       L’ingegno si aguzza di notte.
     Tu decidi di notte.
     Giova a chi persegue la virtù, la calma.
¨      Se ben governato, un piccolo villaggio
     su uno scoglio vale più di Nìnive in preda
          al disordine.
¨       Non fare mai un debito con un malvagio,
     perché non reclami fuori tempo il suo.

La donna

¨      Da quattro bestie vengono le donne:
    dalla cagna, dall’ape, dalla lurida scrofa e
    dalla cavalla dalla elegante criniera.

Quella che deriva dalla scrofa non è né buona
né cattiva; selvaggia e aggressiva
è quella che deriva dalla cagna; economa e
brava nel lavoro quella che deriva dalla cagna;
E’ meglio sposare quest’ultima.
                                 Focìlide

La buona moglie

      Non c’è cosa più dolce di una buona moglie, 
      Kyrno, che sia vero io l’affermo, tu verifica.
 
¨      Di soldi il cuore non lo sazi mai.

¨      Lega coi buoni e non t’accompagnare coi cattivi.

¨      Sparì la Fede, sparì la Saggezza
    E le Grazie lasciarono la Terra.
    Nessuno più rispetta gli Immortali,
     s’ignorano le norme religiose e il rispetto.

¨      S’io auguro a un amico un male, tocchi a me;
    se me lo augura lui, gli tocchi il doppio.

¨      Decidi in un modo, poi cambia
    Meglio essere accorto, che virtuoso.

¨      Vieni, dormiamo, penseranno i soldati
     A far la guardia alla dolce, morbida patria nostra.

¨      Per la miseria, gli uomini di poco conto sono infidi,
     meglio star coi potenti.

¨      Avendo fiducia ho perso il mio,
    diffidando l’ho salvato in parte,
    entrambi i casi, però, pongono un problema.

Indecisione
¨      Alla cerva strappai il figlio con una zampata da leone, 
        ma non ne bevvi il sangue
¨      Scalai le mura senza devastare la città
¨      Strinsi al carro i cavalli, ma non li montai
¨      Agendo, insomma, non agii; compii ma senza compiere
¨      Feci e non feci, ottenni e non ottenni.    

                Teògnide






Sinonimi: Ade, rive dell’Acheronte, Camere di Persefone
                 Erebo

Antologia Palatina 2 LX 360  


Curiosità : scive Teognide di pederastia:

¨      E’ uguale la ricchezza per chi possiede argento, oro, cavalli, muli e terre, e  per colui che ha piedi, ventre, polmoni e salute, per godersi un ragazzo o una donna (sic!) a tempo giusto. 

¨                          Elegia greca arcaica, Einaudi, p.123
                              2 LX 367

Curiosità : scive Solone di pederastia

.. finché nel caro fiore dell’età, vago d’amasi
brami le cosce e la bocca soave  come sopra p.53


Non dire cosa sarà domani
Né se vedi un uomo felice
Quanto durerà.
Di una mosca che ha lunghe le ali
Non è così veloce il volo

                   Simonide di Ceo