2015/04/20

ARMONIA anima della Natura


ARMONIA
in
Arte Musica Natura Società




Armonia


di Gino Carbonaro





Ci si chiede spesso perché l’uomo ama l’arte, la poesia, la musica, il teatro. Ci si accorge poi che è nell’arte che gli umani intercettano il concetto di armonia. I Greci che avevano intuito la bellezza delle arti, le avevano considerate mezzo che metteva in contatto uomini e divinità, e per questo le avevano considerate figlie delle “Muse”, mentre “Armonia”, restava divinità suprema, che conteneva tutte le bellezze contenute nel “Kòsmos”.


Ma, è vero che ogni uomo va alla ricerca dell’armonia in ogni momento della sua vita. Da quando apparecchia il tavolo a pranzo, e dispone posate e bicchieri in un rapporto che tiene presente le leggi della simmetria e dell’equilibrio. Meglio ancora se può accostare al tutto un vasetto di fiori. Lo stesso principio è presente quando si vuole scegliere la cravatta adatta al vestito che si indossa.





Ma, sacerdotesse della dea Armonia sono soprattutto le donne che mirano a porre in equilibrio armonico il loro vestiario e l'acconciatura dei capelli, facendo altresì uso di “kosmetici” che sono, come dice l’etimo, prodotti di quella bellezza che è figlia del Kòsmos, cioè dell’Armonia.


Aspirare a vivere in armonia con se stessi, con gli altri, con la natura, è necessità dovuta al fatto che l'armonia si ritrova raramente nella vita di tutti i giorni. L'esistenza umana è spesso accompagnata dalla presenza di eventi che sono in dirittura di collisione fra loro creando disordine, dunque disarmonia. 

Arroganza, e poi ancora, violenza, invidie, ingiustizie, guerre che gli uomini combattono quotidianamente per difendersi, cautelarsi o primeggiare, provocano sofferenza, dolore, che alimentano amarezze e delusioni da cui possono germogliare rabbia e aggressività. Insomma, circoli viziosi di caos e disordine nel quale l'uomo disperde preziose energie.


Disarmonia, dunque, è una costante delle società nelle quali viviamo, dove il più delle volte ognuno di noi tende a vivere per se stesso nel tentativo di appropriarsi anche di quello che non è suo.


Ed è chiaro che dove c’è disarmonia non ci sono punti di riferimento, e ognuno si trova a brancolare solo per se stesso nell’angoscioso buio delle incertezze e della insicurezza, incapace di capire quali sono le coordinate di una vita che in definitiva è destinata a finire.


I Greci, per primi, e Platone in particolare, considerarono Armonia elemento fondamentale delle società, obiettivo nella formazione pedagogica dei giovani, e, danza e musica, pittura e poesia furono poste come oggetto di studio nella formazione dei giovani e dei filosofi, cioè degli uomini di quel tempo.   


Non sorprende, dunque, se nelle società buddiste, confuciane e shintoiste il simbolo che viene tuttora esposto in alcune abitazioni e in tutti gli uffici pubblici è proprio l’ideogramma dell’Armonia,




Ai 
(Armonia)


che è obiettivo e valore massimo, sacrale, al quale ogni uomo, ogni famiglia, ogni società deve mirare.


Ed è ancora in quel simbolo, che è contenuto il concetto di rispetto. Rispetto per tutto: per i diritti degli uomini, per quelli degli animali e della natura. Rispetto che implicitamente comprende il concetto di dovere, di quello che noi dobbiamo agli altri, e implicitamente contiene il concetto di sincerità e di onestà.


Onestà è termine che deriva dal latino “onus” che vuol dire peso. Perché chi è onesto è “onusto”, se porta sulle spalle il peso di un dovere, di una continua responsabilità morale nei confronti degli altri. Anche l’onestà come il dovere applicati alla vita di tutti i giorni sono figli dell’Armonia, valori inderogabili. Sublime obiettivo dei viventi.


Gino Carbonaro

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