2017/10/31

DONNA, UNA STORIA SENZA ECO il perché di questo LIBRO

Bozza

DONNA
Una storia senza eco

IL PERCHE’ DI QUESTO LIBRO

                                                                di Gino Carbonaro


    Perché questo libro? Mi si chiede.. rispondo dicendo che nasce da una constatazione e da una esigenza. Constatazione è l’aver notato che da qualche decennio si parla sempre più di discriminazione delle donne, maschilismo, femminicidi. E però, sembra chiaro che qualcosa non quadra nel rapporto uomo-donna. Rapporto che non è paritario, anzi è fortemente sbilanciato a svantaggio della donna e a tutto vantaggio del maschio. Sarà vero, mi sono chiesto? O si tratta di luoghi comuni che passano come verità non confermate da nulla? Questa la molla che ha fatto scattare il mio interesse per l’argomento.
   Quando molti anni fa mi sono interessato allo studio dei proverbi siciliani, avevo notato che in quelle sentenze la donna era oggetto principale di ogni malignità, ma soprattutto mi ero reso conto che il Proverbio (ovviamente creato dall’uomo) tendeva non poco a lacerare l’immagine della donna, sulla quale venivano scagliati vituperi di ogni sorta. Ci ridevo sopra, allora. Le asserzioni dei Proverbi mi sembravano boutade per ridere, come è stato a suo tempo per le barzellette dei carabinieri. Poi mi è sorto un dubbio. Ho pensato che quella distorsione percettiva terribile, quella discriminazione sociale contro la donna potesse essere qualcosa di molto grave, ed ho ritenuto che si potesse trattare di un reperto di archeologia culturale giunto fino a noi dalla notte dei tempi.
     Bisognava andare alla radice del problema. Andare indietro con la moviola del tempo per vedere come era stata percepita la donna nel passato. Mi rendevo convinto che avrei potuto reperire testimonianze per sviscerare il problema, per capire perché uomini di notevole spessore culturale considerano ancora oggi la donna, la sua intelligenza, la sua capacità di operare, inferiore a quella dell’uomo. Il perché di questa percezione negativa quanto assurda della donna non è spiegabile a rigor di logica. Da questa considerazione, è venuta dentro di me la urgente necessità di capire il perché di queste maldicenze scagliate contro la donna. Qualcosa dentro di me (maschio) non quadrava più. Anzi.. offendeva la mia suscettibilità, la mia intelligenza. Cominciai a supporre che più di qualcosa non quadrava neppure nella nostra cultura e nella nostra società. E ho considerato che la cultura di un popolo è come un iceberg dove i cinque sesti sono sotterranei e solo un sesto, rappresenta la parte che appare, che a sua volta poggia solidamente sulla parte sommersa. Va da sé che, in questo caso, tutta la nostra cultura poggia su quella passata che, anche se sconosciuta, continua a dettare legge dentro di noi, a condizionare i nostri comportamenti, a interferire sui nostri giudizi.
   Andando a ritroso nel tempo, ho capito che il rapporto maschio-femmina è già stato definito nella notte dei tempi dalla natura. Preistoria, dunque? Proprio così. Percezioni, quelli che l’uomo primitivo aveva della donna,  che si sono trasformati in indelebili giudizi, che sono stati trasmessi da padre in figlio, immutabili fino ai nostri giorni. Da qui si evince che il rapporto uomo-donna è stato da sempre asimmetrico, perché socialmente diversi sono stati i ruoli del maschio e della femmina. La donna fattrice, l’uomo cacciatore. La donna custode dell’habitat che bada ai figli. L’uomo cacciatore, ricercatore, che controlla e difende il territorio da animali e possibili nemici. Ruoli complementari, ma diversi.

     Procedendo su questo sentiero segnato dalla storia, si scopre che l’uomo naviga a vista, senza bussola, senza sapere dove va, senza capire cosa è vero o giusto, e cosa è sbagliato. Parla, formula  giudizi, pone sillogismi, assiomi, dogmi, che vengono pronunziati autorevolmente da qualcuno: verità che vengono accettate o credute per fede, ma in realtà l’uomo continua a navigare nel buio, senza cogliere il senso del suo errore. Semmai, solidificando quello che potrebbe essere un errore.  Ci riferiamo ai giudizi impunemente scagliati sulla  donna senza giustificato perché. Eppure, il perché è chiaro. Chi crede in qualcosa, e di questo qualcosa si è fatto un convincimento ben radicato nella mente, non è disponibile ad accettare altri punti di vista. Anzi, è portato a considerare errato quanto di nuovo e di diverso giunge alle sue orecchie, per poi rigettarlo senza ragionarci sopra.

     E’ chiaro però che questo libro si rivolge soprattutto a coloro che prima di cominciare a leggere sono disposti a cancellare dalla mente ogni possibile pregiudizio. O comunque disposti a confrontare il loro vissuto con quanto noi abbiamo riportato nella nostra ricerca, e giustificato subito dopo nelle note a piè di pagina che indicano la fonte di quanto si afferma. Sarà facile? Non possiamo saperlo.
   
  Cosa abbiamo rilevato leggendo i giudizi negativi sulla donna che ci giungono da un passato remoto? Abbiamo rilevato che la percezione della donna è stata negativa da sempre, e che la Chiesa cattolica, soprattutto, ha avuto un ruolo non secondario nel consolidare il concetto che la donna è fonte di male da perseguire. Ed è chiaro che questa realtà non può essere cancellata dal fatto che il paradiso dei Santi possa contare anche su qualche donna.

    Andiamo alla struttura del libro. In “Anteprima”, il libro riporta quanto hanno pensato e scritto i Greci sulla. Tutto negativo! Misoginia, disprezzo e violenza. A partire dal mito di Pandora. Ma, impressiona il fatto che anche Socrate ed Aristotele fra i più grandi filosofi di tutti i tempi  non capiscono la donna.      
    Dalla Grecia passiamo al  Vecchio Testamento (Parte prima) dove, fa testo il mito di Eva che ruba la mela. Anche qui la donna non se la vede bene. Sappiamo poi tutti dell’ira funesta del Creatore risentito da quella azione trasgressiva operata da Eva. Eva è capostipite di tutte le donne e di conseguenza fonte di male lei e fonte di male tutte le donne che sono mai venute al mondo. In contemporanea ci incuriosisce quello che lo stesso Dio (Allah) comunica a Maometto, a proposito della donna. Anche in questo caso i suggerimenti della divinità non sono positivi per la donna.
    Avanti nella ricerca il luminoso confronto con quello che Gesù ha detto della donna (Parte seconda). Subito dopo ci imbattiamo nei poco benevoli giudizi di Paolo di Tarso: “La donna deve tacere! Meno che mai insegnare”. Motivo? Perché la donna discende da Eva, ed è sessualmente diversa dall’uomo, che essendo maschio è simigliante a Dio.
    Subito dopo registriamo il diluvio di vituperi lanciati contro la donna dai Padri fondatori della Chiesa cattolica (Parte quarta) e  lo scontro fra la cultura Cristiana e quella Greca che avrà la peggio. La filosofia greca andava alla ricerca della verità, ma la Chiesa possedeva “una” verità che proveniva dall’Altissimo, da Dio. La religione (e i suoi ragionamenti deduttivi) impone il suo punto di vista bloccando ricerca e sapere, incendiando più volte la Biblioteca Alessandrina, assassinando Ipazia Alessandrina, che viene uccisa perché? in quanto donna andava per le strade di Alessandria da sola e “insegnava”, cioè osava parlare, e non si comportava secondo i dettami di  Paolo di Tarso.
    L’atmosfera nei confronti della donna si incancrenisce con i Padri fondatori della Chiesa cattolica (Parte settima), che continuano a predicare quanto era già stato detto sulla donna nel Vecchio Testamento e su quanto era stato ripetuto sempre da Paolo di Tarso. E per questa credenza convinta si aggrava la situazione per la donna, quando in pieno Medioevo si va alla ricerca di un capro espiatorio. Se c’è una sventura, una epidemia, un’alluvione, una morìa di animali, un aborto, tutti sono concordi nel ritenere che la causa, la vera causa, sia da ricercare in una strega, che ha causato il male. Donna o strega che bisognava cercare, trovare, giudicare, condannare ed eliminare per combattere la causa dei mali. A partire dall’alto Medioevo comincia la caccia alle streghe: donne che nulla avrebbero a che fare con la religione, ma nella mente dei santi uomini le  streghe sono tutte indemoniate creature di Satana e nemiche di Dio. Lentamente, la religione trasforma i suoi obiettivi, allontanandosi non poco dal messaggio di Gesù che viene invece disatteso, se non travisato.     
    Accade così che la storia della Chiesa attiva e cattiva  si colora di sangue. Vwedi la crociata contro gli Albigesi. L’obiettivo si inverte: non si cerca di fare il bene, ma si cerca di combattere ciò che è male: il dissenso soprattutto e quelli che la pensano diversamente. Il bene può esistere solo se verrà eliminato il male, se non ci saranno più donne, liberi pensatori ed eretici che rappresentano il male. E ancora va aggiunto che, se la donna è creatura di Satana, il sesso fatto con lei è peccato.
   Tenersi lontani dalla donna diventa obiettivo non secondario della Chiesa, mentre  in chiesa le prediche contro la donna diventano atto dovuto e continuo.  Il plagio contro la donna è possibile. Per questo si spiega perché la donna non può entrare in Chiesa, né prendere la comunione quando ha le mestruazioni. Coerentemente con le premesse, alla ricerca della santità, gli uomini di religione e di preghiera decretano unilateralmente il celibato ecclesiastico per tenersi lontano dalla donna.  
    Questi luoghi comuni, alcuni dei quali sono tuttora sostenuti dalla Chiesa, sono stati convincimenti creduti, per questo affermiamo che possono tuttora operare all’interno di ognuno di noi a livello inconscio.
       Di fronte a questi comportamenti che la nostra cultura considera assurdi, viene posta l’ipotesi che, non solo gli individui, ma anche le società possano ammalarsi: di schizofrenia (oltre che di peste e colera) e ancora di paranoia con fissazioni psico-patologiche.
     Per questo abbiamo il diritto di chiederci, come è potuto accadere che la Chiesa del passato abbia potuto accanirsi contro le donne, disattendendo il messaggio di Gesù, e come può essere che personaggi come Ipazia Alessandrina, Giordano Bruno, Galilei, liberi pensatori, e decine di migliaia di donne ancora, e di cosiddetti eretici, colpevoli solo di aver pensato con la propria mente, abbiamo potuto essere perseguitati ed eliminati dalla Chiesa nel suo millenario apostolico cammino.

       Nel mezzo di questa ricerca, però, scopriamo un personaggio chiave nella storia dell’umanità: la monaca Hildegard von Bingen (1098-1179), tedesca e donna dalla personalità strabiliante, che non accetta il dettato della Chiesa, la sua corruzione, le sue scelte, le sue non giustificate violenze. A Hildegard von Bingen, faro di luce in pieno Medioevo,  abbiamo dedicato questo libro e una parte importante del nostro lavoro. Hildegard è l’altra faccia della Luna.  
    Alla fine del tutto, chi scrive si è riservato uno spazio per trarre le conclusioni e riflettere sull’uomo e su quella che è la vita.   
 
GINO CARBONARO